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  • Zucca in Liguria: Regina d’Autunno tra Sagre, Ricette e Tradizione

    Zucca in Liguria: Regina d’Autunno tra Sagre, Ricette e Tradizione

    Mentre i boschi si colorano di rosso e oro, un altro simbolo dell’autunno fa capolino negli orti e sulle tavole liguri: la zucca. Questo generoso frutto della terra, spesso associato solo a Halloween, in Liguria vanta una tradizione culinaria ricca e variegata, che va ben oltre il décor per trasformarsi in protagonista di piatti sostanziosi, dolci sublimi e feste paesane che celebrano i sapori del raccolto.

    Dalle valli dell’entroterra alla costa, scopriamo insieme i segreti della zucca ligure, dove assaggiarla e come gustarla al meglio.

    Dove è Protagonista: Le Valli della Zucca

    La zucca è coltivata un po’ in tutta la regione, ma alcune zone ne hanno fatto un vero e proprio emblema territoriale, tanto da meritare il riconoscimento De.Co. (Denominazione Comunale).

    • Zuccarello (SV): Il borgo medievale nell’alta Val Neva è noto come “La Città della Zucca”. Qui la coltivazione è talmente radicata che le varietà locali sono state ufficialmente registrate De.Co. Una garanzia di qualità e tradizione.
    • Rocchetta di Cengio (SV): Nell’alta Val Bormida, questa frazione è conosciuta come “Il Borgo della Zucca” e organizza una delle sagre più longeve e rinomate, premiata come eccellenza enogastronomica.
    • Murta (GE): Nella Val Polcevera genovese, questa frazione è la “capitale della zucca” da quasi quarant’anni, con una mostra che attira visitatori da tutta la regione per ammirare esemplari da record.
    • Rezzo (IM): Nell’entroterra imperiese, la zucca è al centro di una festa antica e suggestiva, le “Babacce”, che affonda le radici in tradizioni medievali.

    Come si Gusta: Ricette tra Tradizione e Innovazione

    In Liguria la zucca non finisce solo in zuppe. La cucina tradizionale l’ha eletta a ingrediente principe per piatti che uniscono dolce e salato in un perfetto equilibrio.

    • I Barbagiuai: I famosissimi fagottini fritti dell’entroterra imperiese. L’impasto di zucca, formaggio e erbe aromatiche avvolto in una pasta sottile e fritto fino a doratura è un’esperienza irrinunciabile.
    • Torta di Zucca di Rezzo De.Co.: Un piatto dolce e unico nel suo genere. La zucca viene cotta e mescolata con amaretti, pinoli, uvetta, cioccolato e rum, creando un ripieno ricchissimo per una pasta frolla sottile. Una De.Co. da provare assolutamente.
    • Ripieni e Condimenti: La polpa di zucca lessata e ridotta in purea è usata per ripieni di pasta fresca (come i ravioli o i pansoti), spesso abbinata alla ricotta e alla maggiorana.
    • Contorni e Vellutate: Semplicemente arrostita al forno con rosmarino o trasformata in una vellutata cremosa con patate e erbe di campo.
    • Marmellate e Confetture: In molte sagre si trovano marmellate di zucca, spesso aromatizzate con spezie o agrumi, perfette con formaggi stagionati.

    Le Sagre della Zucca 2025: Il Calendario dell’Autunno

    L’autunno 2025 è ricco di appuntamenti per celebrare la regina della stagione. Ecco le sagre da non perdere:

    1. Zucca in Piazza a Rocchetta di Cengio – 18/19 Ottobre 2025
    La frazione di Rocchetta di Cengio (SV) ospita la 21ª edizione di questa tradizionale kermesse. La zucca qui ha addirittura una “carta d’identità” che ne attesta la provenienza. Due giorni per gustare i prodotti d’eccellenza della Valle Bormida, con stand gastronomici, degustazioni e l’immancabile “corona” di Borgo della Zucca.
    Info: https://www.lazuccadirocchetta.it/

    2. Fiera della Zucca a Zuccarello – Domenica 26 Ottobre 2025
    Zuccarello (SV), “La Città della Zucca”, la sagra invade il borgo medievale. I ristoranti locali creano menù tematici con le zucche De.Co., mentre le vie si riempiono di mercatini agroalimentari e dell’artigianato. Una festa che coinvolge anche gli studenti dell’istituto alberghiero.
    Info: Pro Loco Zuccarello

    3. Festa delle Babacce (Le Zucche che ridono) a Rezzo – Sabato 25 Ottobre 2025
    Rezzo (IM), nell’entroterra di Imperia, si svolge una festa unica nel suo genere. Le zucche (“Babacce”) vengono intagliate non per spaventare, ma per divertire e creare un percorso magico per il borgo. Si assaggia la celebre Torta di Zucca De.Co., si votano le zucche più belle e si balla fino a tarda notte. Una tradizione che affonda le radici nel Medioevo.
    Info: Pro Loco Rezzo

    4. Mostra della Zucca di Murta – 8/9 e 15/16 Novembre 2025
    Murta (GE), in Val Polcevera, si tiene la storica 38ª edizione della mostra. Qui la zucca è una questione di record: vengono premiate la zucca più grossa, la più lunga e la più strana. Per due weekend, stand gastronomici offrono ogni prelibatezza a base di zucca, dalla pasta ai dolcetti, in un’atmosfera di festa genuinamente genovese.
    Info: lamialiguria.it

    Un Consiglio per i Gustosi Itinerari

    Visitare queste sagre è il modo migliore per assaporare l’autunno ligure. Pianificate un tour enogastronomico tra le valli, abbinando la visita a un borgo alla scoperta dei suoi sapori. E non dimenticate di portare a casa una zucca o un vasetto di marmellata come dolce ricordo di una stagione generosa e calorosa.

    L’autunno in Liguria sa di zucca: è un sapore dolce, rustico e incredibilmente versatile. È il gusto della tradizione che si rinnova, di comunità che si ritrovano e di una terra che non smette mai di stupire.

    Quale di queste ricette o sagre ti incuriosisce di più? Hai una ricetta familiare a base di zucca?

  • Funghi in Liguria: Una Guida alla Ricerca, al Gusto e alle Tradizioni dell’Autunno

    Funghi in Liguria: Una Guida alla Ricerca, al Gusto e alle Tradizioni dell’Autunno

    L’autunno in Liguria non significa solo mare calmo e colori pastello. Per molti, è la stagione del profumo dei boschi umidi, del fruscio delle foglie sotto i piedi e dell’emozione della caccia al tesoro più gustosa dell’anno: la ricerca dei funghi.

    Il territorio ligure, con il suo 73% di superficie boschiva (la più alta in Italia!), si trasforma in un paradiso per i fungaioli, offrendo una straordinaria varietà di specie e paesaggi incredibili. Ecco la tua guida essenziale per orientarti in questo affascinante mondo.

    Dove Andare: I Boschi d’Oro della Liguria

    La tradizione della raccolta funghi è profondamente radicata in tutta la regione. Ecco alcune delle zone più rinomate, da Ponente a Levante:

    1. Alpi Liguri (Pigna, Triora): L’estremo ponente offre foreste sterminate e una concorrenza… più italiana che francese! I boschi attorno ai borghi medievali di Pigna e Triora (il paese delle streghe) sono ricchissimi di faggi, larici e pascoli alpini che regalano porcini, finferli e gallinacci.
    2. Valle Argentina e Valle Arroscia: Nell’entroterra di Imperia, le valli nascondono boschi antichi. La foresta di Gerbonte (Triora) e la magnifica faggeta di Rezzo sono luoghi ideali. Ad Aquila di Arroscia sono famosi i pregiati ovuli, mentre a Mendatica spuntano le mazze di tamburo.
    3. Alta Val Bormida (Bardineto, Calizzano): Zona di confine tra Liguria e Piemonte, celebre per le sue faggete secolari. Bardineto organizza addirittura la “Festa nazionale del Fungo d’Oro”, mentre i boschi del Colle del Melogno a Calizzano sono leggendari.
    4. Parco del Beigua (Sassello, Urbe): I valloni umidi e ombrosi del versante settentrionale del Beigua sono perfetti per lo sviluppo dei funghi. I boschi di castagni e querce di Sassello e Urbe sono meta di appassionati da tutta la regione.
    5. L’Entroterra di Genova (Valli Scrivia, Stura, Fontanabuona): Un reticolo infinito di valli ricche di sorprese.
      • Valle Scrivia (Busalla, Ronco Scrivia): boschi profumati di porcini.
      • Valle Stura (Campo Ligure, Rossiglione): castagneti dove cercare ovuli e porcini.
      • Val Fontanabuona (Lumarzo, Ne): zona selvatica e poco frequentata, ideale per chi cerca tranquillità.
    6. Val d’Aveto: Un vero polmone verde. Le Foreste demaniali delle Lame e le pendici del Monte Penna e Monte Zatta offrono boschi sconfinati per i fungaioli più esperti. Attenzione alle norme del Parco dell’Aveto!
    7. Val di Vara (Sesta Godano, Varese Ligure): Il cuore del biologico spezzino. Qui si impara a distinguere il porcino di faggio (più chiaro) da quello di castagno (più scuro). Un’area incontaminata che regala gusti eccezionali.
    8. Le Cinque Terre (Volastra, Campiglia): Anche il Parco Nazionale nasconde sorprese! Nelle sugherete e tra i lecci dei versanti più umidi e riparati dei borghi alti come Volastra e Campiglia, possono spuntare colombine e, con fortuna, anche porcini neri.

    Rispetto e Sicurezza: Le Regole d’Oro del Fungaiolo

    La raccolta funghi è un piacere che va praticato con responsabilità.

    • Controllo Obbligatorio: Appena raccolti, i funghi devono essere controllati gratuitamente dagli esperti dell’ASL (Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione – SIAN). Non affidarti al fai-da-te: un errore può essere fatale.
    • Tesserino e Limitazioni: In molte delle 34 aree consortili della Liguria è necessario il tesserino per la raccolta. Il limite massimo è di 3 kg a persona al giorno.
    • Attrezzatura Giusta: Usa sempre un cestino di vimini (per disperdere le spore e far crescere nuovi funghi) e un coltello. Sono vietati rastrelli e uncini.
    • Raccogli solo ciò che conosci: Lascia sul posto gli esemplari troppo giovani (cappello inferiore a 4 cm), vecchi o che non riconosci con certezza.

    Come Gustarli: I Piatti della Tradizione Ligure

    Una volta controllati e dichiarati commestibili, il vero spettacolo è in cucina. La tradizione ligure li valorizza in piatti semplici e gustosi.

    • I Porcini: Sono i re della tavola. Trifolati con aglio, prezzemolo e olio extravergine ligure sono un piatto sublime. Ottimi anche per condire un risotto cremoso o per arricchire taglieri di carne.
    • I Finferli (Galletti): Il loro colore giallo e il sapore leggermente pepato li rendono perfetti per un condimento per pasta fresca (trofie o tagliatelle) o per un contorno che accompagna salumi e formaggi.
    • Le Colombine: Dal cappello violaceo, sono ottime fritte in pastella o trifolate.
    • Il Barbexin (Grifola): Un fungo raro e prelibato della Valtrebbia, dalla forma a cespuglio. Si presta benissimo alla conservazione sott’olio.
    • Le Mazze di Tamburo: Impanate e fritte, diventano delle fettine croccanti che piacciono a tutti, soprattutto ai bambini.

    Cosa Abbinarli? Vini della Terra

    Il sapore terreo e intenso dei funghi chiede vini strutturati ma non invasivi.

    • Con i porcini trifolati o il risotto: Un Rossese di Dolceacqua (rosso) della Riviera di Ponente, fruttato e speziato, o un Ciliegiolo dell’entroterra spezzino.
    • Con funghi in umido o su crostini: Un Vermentino dei Colli di Luni, più strutturato e minerale, regge bene l’intensità del piatto.
    • Con i funghi fritti: Uno spumante metodo classico Granaccia o un Pigato giovane e fresco, per pulire il palato tra una frittura e l’altra.

    Andare per funghi in Liguria è più di una semplice passeggiata: è un’immersione totale nella cultura e nei sapori autentici dell’entroterra. È l’emozione della ricerca, il rispetto per la natura e la gioia di portare in tavola il profumo del bosco.

    Hai mai partecipato a una “caccia al fungo” in Liguria? Qual è il tuo piatto preferito?

  • Turtùn di Castelvittorio: La torta salata delle Alpi Liguri tra storia e bontà

    Turtùn di Castelvittorio: La torta salata delle Alpi Liguri tra storia e bontà

    Nel cuore delle Alpi Liguri, dove i profumi della macchia mediterranea lasciano il posto a quelli più robusti della montagna, si nasconde un borgo medievale che custodisce un tesoro gastronomico unico: Castelvittorio. E qui, tra i vicoli lastricati in pietra e le case addossate l’una all’altra, regna sovrano il Turtùn (o Torcione), una tortira salata che è molto più di un semplice piatto. È un simbolo di identità, un rito collettivo e un viaggio nel gusto autentico di una terra di confine.

    Scopriamo insieme la storia, i segreti e la magia di questa specialità.

    Cosa è il Turtùn?

    Il Turtùn è una torta salata rustica ripiena della locale zucchina dalla forma caratteristica a “serpente attorcigliato” (da cui deriva il nome, che ricorda appunto un “torcione”). La sua particolarità sta nella doppia cottura e in un ripieno ricco e saporito che profuma di erbe aromatiche di montagna.

    L’impasto esterno, sottile e croccante, avvolge una farcitura generosa a base di zucchineuovaformaggio fresco e stagionatopatate e un trito di erbe aromatiche che varia a seconda delle famiglie, ma in cui non mancano quasi mai prezzemolo e maggiorana.

    Il risultato è un piatto sostanzioso, dove il sapore terreo delle verdure si sposa perfettamente con la ricchezza delle uova e la sapidità dei formaggi, il tutto racchiuso in una pasta fragrante.

    La Ricetta: Un Segreto di Famiglia

    La ricetta del Turtùn è un patrimonio tramandato di madre in figlia, con piccole varianti che rendono ogni versione unica. Ecco la ricetta tradizionale.

    Ingredienti (per una teglia da 30 cm):

    Per la pasta:

    • 500 g di farina 00
    • 200 ml circa di acqua tiepida
    • 50 ml di olio extravergine di oliva
    • 1 cucchiaino di sale

    Per il ripieno:

    • 1 kg di zucchine verdi liguri
    • 4 uova
    • 300 g di formaggio fresco
    • 200 g di formaggio stagionato grattugiato (Toma di Briga o Parmigiano)
    • 2 patate lessate e schiacciate
    • 1 cipolla dorata in padella
    • Prezzemolo, maggiorana tritati
    • Sale e pepe nero q.b.
    • Olio EVO

    Procedimento:

    1. La Pasta: Impastare la farina con l’acqua, l’olio e il sale fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Fare una palla, coprirla e farla riposare.
    2. Il Ripieno: Lessare le zucchine e tritarle grossolanamente. In una grande ciotola, unire le uova, i formaggi, le patate, la cipolla, le erbe, sale e pepe. Mescolare fino a ottenere un composto omogeneo.
    3. L’Assemblaggio: Stendere la pasta in una sfoglia sottile e rettangolare. Distribuire il ripieno al centro, lungo tutta la lunghezza, formando un “salsicciotto”. Richiudere la pasta sopra il ripieno, sigillando bene i bordi e formando la caratteristica chisura.
    4. La Cottura: Infornare in forno preriscaldato a 180°C per circa 40-50 minuti, fino a quando la superficie non sarà dorata e croccante.

    Quando, Dove e Come si Mangia

    Il Turtùn è profondamente legato ai ritmi della comunità di Castelvittorio.

    • Dove: La sua patria indiscussa è Castelvittorio, un minuscolo e affascinante borgo nell’alta Valle Nervia. Qui lo si trova in tutte le sue versioni, soprattutto in occasione delle principali feste paesane.
    • Quando: Nato come piatto per le grandi occasioni e le festività, oggi è il protagonista delle domeniche in famiglia e dei pranzi delle feste. Si preparava spesso in autunno e in inverno, quando gli orti offrivano bietole robuste e le dispense erano piene di formaggi stagionati.
    • Come: Si serve a fette, tiepido o a temperatura ambiente, come piatto unico accompagnato da un’insalata verde. È perfetto per un picnic in montagna o per una scampagnata.

    Con Cosa Abbinarlo: I Vini del Territorio

    Il sapore deciso ma equilibrato del Turtùn chiede un vino che ne rispetti la struttura senza sovrastarlo.

    • Vino Rosso: L’abbinamento ideale è con un vino rosso di media struttura e con una buona acidità. Il Rossese di Dolceacqua, con le sue note fruttate e leggermente speziate, è la scelta perfetta. In alternativa, un Ormeasco di Pornassio o un Dolcetto delle valli vicine.
    • Vino Bianco: Per chi preferisce il bianco, l’ideale è un Vermentino dei Colli di Luni o un Pigato con una buona struttura e note aromatiche, in grado di reggere al peso del piatto.
    • Cosa evitare: Vini troppo potenti o molto tannici che entrerebbero in conflitto con la rotondità del formaggio e delle uova.

    Il Turtùn non è solo cibo. È un gesto di accoglienza, un pezzo di storia che si porta in tavola, il simbolo di una comunità fiera che ha saputo trasformare ingredienti poveri in un piatto ricco di sapore e significato.

    Hai mai assaggiato il Turtùn di Castelvittorio?

  • Autunno in Liguria: Il Profumo Caldo delle Castagne e delle Sagre d’Appennino

    Autunno in Liguria: Il Profumo Caldo delle Castagne e delle Sagre d’Appennino

    L’autunno in Liguria ha un profumo inconfondibile: è quello del fumo dei caminetti, del mosto appena fatto e, soprattutto, delle caldarroste che scoppiettano nelle braci, avvolgendo piazze e vicoli di borgo in un’atmosfera calda e familiare. La castagna, frutto umile e generoso dei boschi dell’Appennino, diventa protagonista di una tradizione che si rinnova ogni anno con sagre e feste che celebrano il raccolto e la comunità.

    Scopriamo insieme dove nascono, come si gustano e, soprattutto, dove viverne la magia durante i prossimi weekend d’ottobre.

    Dove Sono Più Comuni: I Boschi d’Oro dell’Entroterra

    I boschi di castagni sono una presenza costante e maestosa in tutto l’entroterra ligure, da Ponente a Levante. Questi alberi secolari, un tempo chiamati “alberi del pane” perché la loro farina sfamava intere generazioni, caratterizzano il paesaggio di molte valli.

    Le zone più ricche si trovano:

    • In Valle Argentina e Valle Arroscia (IM), alle spalle di Imperia.
    • Nell’Alta Val Bormida (SV), tra Calizzano e Murialdo.
    • Nel Parco del Beigua (GE/SV), soprattutto nei comuni di Sassello, Arenzano e Varazze.
    • Nell’entroterra genovese (Valle Scrivia, Val Trebbia, Val Fontanabuona), vero e proprio cuore della tradizione castanicola.
    • In Val d’Aveto (GE) e Val di Vara (SP), dove i boschi sono fittissimi e incontaminati.

    Come e Quando si Mangiano: Dalla Rustia al Castagnaccio

    In Liguria la castagna non è solo una caldarrosta. È un ingrediente versatile che la tradizione ha trasformato in piatti sia dolci che salati.

    • Bolle e Rustie: Le classiche caldarroste (“rustie” o “rustìe” in ligure), cotte nella padella bucata sul fuoco vivo. Il modo più semplice e amato per gustarle, accompagnate da un buon vino novello.
    • Balletti: Castagne lessate in acqua, spesso con l’aggiunta di foglie di alloro o semi di finocchio, più morbide e adatte anche a essere utilizzate in altre preparazioni.
    • Il Castagnaccio: La torta povera per eccellenza. Una base sottile di farina di castagne mescolata con acqua, olio extravergine, pinoli e rosmarino, cotta al forno fino a creare una crosticina irresistibile.
    • La Patona (o Pulla): Una polenta dolce e densa fatta con farina di castagne, da servire con ricotta fresca o salumi.
    • La Farina di Neccio: Usata per fare pasta (come i famosi necci o testaroli), pane e dolci. Il suo sapore intenso è il vero gusto dell’autunno.

    Le Sagre della Castagna 2025: Un Weekend da Non Perdere

    L’autunno è tempo di feste e il prossimo weekend dell’11 e 12 ottobre 2025 è ricchissimo di appuntamenti imperdibili per tutti gli appassionati. Ecco tre sagre da segnare in agenda:

    1. Festa della Castagna di Pantasina (Vasia) – Sabato 11 Ottobre
    Una castagnata storica, che compie più di 50 anni! La frazione di Pantasina, nel comune di Vasia (IM), immersa negli uliveti dell’entroterra imperiese, vi aspetta per una giornata all’insegna della tradizione e del divertimento. Oltre alle immancabili caldarroste, la Pro Loco organizza attività sportive come pedalate in MTB e gare di bocce, perfette per vivere a fondo i colori d’autunno della valle.
    Info: Proloco Pantasina

    2. Sagra della Castagna di Crocefieschi – Domenica 12 Ottobre
    Giunta alla 46ª edizione, questa è una delle feste più attese dell’Alta Valle Scrivia. L’antico borgo di Crocefieschi (GE), inserito nel Parco dell’Antola, si trasforma per celebrare l’autunno. Non solo “Rustie”: il menù della Pro Loco è un viaggio nei sapori con salamini, friscieu, mostardella e altre leccornie. Mercatini e musica dal vivo completano l’offerta di una sagra che è un vero e proprio classico.
    Info: Pro Loco Crocefieschi

    3. Castagnata di Davagna – Domenica 12 Ottobre
    Ai Campi di Davagna (GE), questa tradizionale castagnata è ricordata da tutti come una delle più belle dell’autunno. È una vera e propria sagra di stagione, dove alle caldarroste si affiancano altri piatti robusti come la polenta, il tutto accompagnato da musica, sport e tanto divertimento per tutta la famiglia. Un appuntamento che va ben oltre la semplice degustazione.
    Info: Pro Loco Davagna

    Un Consiglio per i Viaggiatori

    Le sagre della castagna sono eventi molto partecipati. Il consiglio è di arrivare presto per godervi la tranquillità del borgo prima dell’ora di pranzo, prenotare se possibile (controllate le pagine social degli organizzatori) e di indossare scarpe comode per una passeggiata tra i boschi circostanti.

    L’autunno in Liguria sa di castagna. È un sapore semplice, caldo e che sa di casa. Partecipare a una di queste sagre è il modo migliore per viverlo appieno.

    Quale di queste sagre ti incuriosisce di più? Hai un ricordo legato alle castagne liguri?

  • Whale Watching in Liguria: Guida all’Avvistamento dei Giganti del Santuario Pelagos

    Whale Watching in Liguria: Guida all’Avvistamento dei Giganti del Santuario Pelagos

    Immagina di essere su una barca, circondato dall’azzurro infinito del Mar Ligure. L’unico suono è il vento e il moto delle onde. All’improvviso, un soffio all’orizzonte. Poi, l’incredibile silhouette di una pinna dorsale che scivola fuori dall’acqua, seguita dalla maestosa coda di una balena. Non sei in un documentario, sei in Liguria. Questa è un’esperienza di whale watching nel Santuario dei Cetacei, uno degli spettacoli naturali più emozionanti d’Italia.

    Ecco la guida completa per vivere questa avventura: cosa è, quando andare, dove e come farla nel modo giusto.

    Cosa è il Santuario Pelagos?

    Prima di tutto, è fondamentale conoscere il palcoscenico di questo spettacolo. Il Santuario Pelagos (o Santuario dei Mammiferi Marini) è un’area marina protetta di 87.500 km² nata da un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco.
    Qui, grazie a particolari condizioni oceanografiche, le correnti risalgono dalle profondità portando con sé nutrienti che attirano plancton e krill. Questa ricchezza di cibo crea una “mensa” irresistibile per balene, delfini e altri cetacei, che qui si alimentano, si riproducono e si prendono cura dei loro piccoli.

    Cosa si può avvistare?

    La Liguria offre una biodiversità straordinaria. Non si vedono “solo” balene! Ecco gli incredibili protagonisti dei tuoi avvistamenti:

    • Balenottera comune (Balaenoptera physalus): Il secondo animale più grande del pianeta (fino a 24 metri!). È l’avvistamento più spettacolare e comune nel Santuario. Si riconosce dal soffio verticale, alto fino a 6 metri, e dal dorso che affiora a “catenella”.
    • Capodoglio (Physeter macrocephalus): Il gigante con la testa squadrata. Il suo soffio è inclinato in avanti e verso sinistra. È un maestro di immersioni profondissime.
    • Grampo (Grampus griseus): Facilmente riconoscibile per il corpo grigio ricoperto di cicatrici bianche. Sono molto socievoli e spesso si avvicinano alle barche.
    • Globicefalo (Globicephala melas): Chiamati anche “balene pilota”, hanno una pinna dorsale arcuata e nuotano in grandi gruppi familiari.
    • Stenella striata (Stenella coeruleoalba) e Tursiope (Tursiops truncatus): Sono i delfini più comuni. Li vedrete giocare sulla prua della barca, saltare e nuotare in grandi branchi. Uno spettacolo di gioia pura.
    • Delfino comune (Delphinus delphis): Meno frequente, ma riconoscibilissimo per il disegno a clessidra sui fianchi.

    Quando andare? La stagione perfetta

    Il periodo migliore per il whale watching in Liguria va da aprile a ottobre, con il picco assoluto di avvistamenti nei mesi tardo-estivi e autunnali (agosto, settembre, ottobre).
    In questo periodo, le acque sono calde, il mare è generalmente più calmo e la concentrazione di nutrimento è massima, attirando un numero elevatissimo di cetacei. L’autunno, in particolare, è ideale per chi vuole evitare la folla estiva.

    Dove partire? Le principali basi di imbarco liguri

    Le uscite partono dai porti più vicini al “cuore” del Santuario. Ecco i principali:

    1. Imperia Porto Maurizio: Una delle basi più rinomate, con una tradizione consolidata nella ricerca e nel whale watching responsabile.
    2. Sanremo: Offre diverse opzioni con operatori professionali.
    3. Savona e Loano: Ottime basi di partenza per esplorare il Santuario dalla parte occidentale.
    4. Genova: Anche dalla capitale ligure partono imbarcazioni, specialmente dal Porto Antico.
    5. La Spezia: Le uscite da qui spesso combinano l’avvistamento cetacei con una vista mozzafiato sulle Cinque Terre.

    Come praticarlo: Scegliere un’escursione responsabile

    Questa è la parte più importante. Il whale watching deve essere fatto con rispetto assoluto per gli animali e il loro ambiente. Ecco come scegliere l’operatore giusto:

    • Ricerca Scientifica: Privilegia operatori che collaborano con istituti di ricerca (come il ICRAM o l’Istituto Tethys). Spesso a bordo ci sono biologi marini che raccolgono dati e spiegano il comportamento degli animali, trasformando la gita in un’esperienza educativa.
    • Regole di Approccio: Un operatore serio segue rigorosamente il codice di condotta per non disturbare i cetacei: niente inseguimenti, si spegne il motore in avvicinamento, si mantiene una distanza di sicurezza e si evita di separare i gruppi o di disturbare i cuccioli.
    • Tipologia di barca: Le uscite si fanno con motobarche o gommoni veloci (più avventurosi). Le barche a vela offrono un’esperienza silenziosa e molto rispettosa.

    Di cosa hai necessità? Kit dell’Esploratore

    Per goderti al meglio la giornata in mare, porta con te:

    1. Antinausea (Kwell o analoghi): Fondamentale! Prendilo almeno un’ora prima della partenza, anche se pensi di non averne bisogno. Il mare aperto può riservare sorprese.
    2. Cappello, occhiali da sole e crema solare ad alta protezione: Il sole sul mare picchia forte, e il riverbero dell’acqua raddoppia l’intensità dei raggi.
    3. Giacca a vento o felpa pesante: Anche d’estate, al largo la temperatura è sempre più fresca e il vento creato dalla barca in movimento può essere freddo.
    4. Macchina fotografica con zoom e/o binocolo: Per catturare ricordi incredibili e avvistare i primi soffi all’orizzonte.
    5. Scarpe comode e antiscivolo e un ricambio asciutto nello zaino (l’acqua di mare è salata!).
    6. Acqua e spuntini leggeri.

    Un’Esperienza da Vivere con il Cuore

    Il whale watching non è uno zoo in mare aperto. È un incontro con la natura selvaggia nel suo ambiente. Non esiste la garanzia del 100% di avvistamento, ma questo rende l’emozione ancora più grande quando appare una pinna all’orizzonte.
    È un’esperienza che ti rimane dentro: il rispetto per questi magnifici giganti, la consapevolezza di condividere con loro un mare così speciale e la bellezza fragile del nostro pianeta.

    Sei pronto a salpare per questa incredibile avventura? Prenota la tua uscita con un operatore responsabile e preparati a un’emozione indimenticabile.

    Hai già provato il whale watching in Liguria?

  • Frisciöi: La Frittella Rustica delle Alpi Liguri tra Semplicità e Tradizione

    Frisciöi: La Frittella Rustica delle Alpi Liguri tra Semplicità e Tradizione

    Nella cucina ligure, ogni vallata ha i suoi gioielli. E tra le vette delle Alpi Liguri, dove i sapori sono robusti e legati a una tradizione contadina e pastorale, nasce una delle ricette più semplici e amate: il Frisciöi (o Frisciöe, o Friscioi).

    Non una semplice frittella, ma un vero e proprio simbolo di convivialità e cucina povera, un piatto che profuma di casa, di feste paesane e di legna che brucia nel camino. Scopriamo insieme la sua storia, come si prepara e come si gusta.

    Cosa è il Frisciöi?

    Il Frisciöi è una frittella salata, una sorta di frittellina morbida e irregolare, tipica dell’estremo entroterra ligure di Ponente, in particolare delle valli Argentina, Nervia e nelle zone montane della provincia di Imperia.

    La sua base è semplicissima: farina, acqua o latte, e un agente lievitante (un tempo si usava la pasta madre avanzata, oggi più spesso il lievito di birra). A questa base vengono aggiunti altri ingredienti a seconda della disponibilità del territorio: zucca, zucchine, bietole, erbe aromatiche, porri, cipolle o anche mele per una versione leggermente dolce tipica del carnevale.

    Il risultato è un piccolo disco dorato, croccante fuori e morbidissimo dentro, dal sapore rustico e incredibilmente comfortante.

    La Ricetta Tradizionale

    Ecco come preparare i Frisciöi in casa, seguendo la tradizione.

    Ingredienti (per circa 20-25 frittelle):

    • 250 g di farina 00 (o metà farina 00 e metà farina di castagne per una versione più rustica)
    • 200 ml di acqua tiepida (o latte tiepido per una versione più ricca)
    • 10 g di lievito di birra fresco
    • 1 cucchiaino di sale
    • Olio extravergine di oliva ligure
    • Per la versione classica con le erbe: 150 g di bietole o zucca lessate e strizzate, 1 porro o cipollotto tritato finemente, un trito di prezzemolo e maggiorana, pepe nero.

    Procedimento:

    1. Preparazione dell’impasto: Sciogliere il lievito di birra nell’acqua tiepida. In una ciotola capiente, setacciare la farina con il sale. Versare al centro il composto di acqua e lievito e iniziare a mescolare con una frusta per evitare grumi. L’impasto dovrà essere liquido e cremoso, simile a quello per le crêpes.
    2. Il Riposo: Coprire la ciotola con una pellicola e far lievitare in un luogo caldo per almeno 1-2 ore, fino a quando non si saranno formate delle bollicine in superficie.
    3. Gli Aromi: Trascorso il tempo di lievitazione, incorporare nell’impasto le verdure lessate e ben strizzate, il porro tritato e le erbe aromatiche. Mescolare bene. Se l’impasto risultasse troppo denso, aggiungere un altro goccio d’acqua.
    4. La Frittura: Scaldare abbondante olio extravergine in una padella. Quando è caldo (ma non fumante), versare un cucchiaio di impasto per ogni Frisciöi. Non devono essere troppo grandi. Friggerli per 2-3 minuti per lato, fino a quando non sono dorati e ben gonfi.
    5. Servire: Scolare i Frisciöi su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Salare leggermente e servire caldissimi.

    Quando, Dove e Come si Mangia

    Il Frisciöi è un cito per tutte le occasioni, ma ha dei momenti d’oro precisi:

    • Dove: È il re indiscusso delle feste patronali e delle sagre dei paesi delle Alpi Liguri. Li troverete fumanti nelle friggitorie improvvisate per le strade di Triora, Pigna, Castelvittorio, Briga e degli altri borghi.
    • Quando: In origine era un piatto consumato durante la macellazione del maiale, per utilizzare il grasso per friggere. Oggi è un antipasto o uno stuzzichino perfetto per l’aperitivo, una merenda sostanziosa dopo una passeggiata in montagna o un contorno rustico per una grigliata.
    • Come: Si mangiano esclusivamente con le mani, appena fritti, quando sono ancora caldi e fragranti. Il piacere sta nel sentirli scrocchiare sotto i denti per poi rivelare la loro morbidezza interna.

    Con Cosa Abbinarlo: Dalla Birra al Vino

    Il sapore rustico e non troppo invasivo del Frisciöi si presta ad abbinamenti semplici e genuini.

    • Vino: L’abbinamento classico e perfetto è con un vino rosso giovane e fresco del territorio, leggermente tannico, che pulisce la bocca dal grasso della frittura. L’ideale è un Rossese di Dolceacqua leggermente fresco o un Dolcetto delle valli vicine.
    • Birra: Una birra artigianale bionda o una lager con una buona carbonazione sono un’ottima alternativa, soprattutto se consumati come stuzzichino per l’aperitivo.
    • Cosa evitare: Vini troppo strutturati, barricati o importanti, che coprirebbero il sapore delicato della frittella.

    Il Frisciöi è più di una ricetta: è un gesto di accoglienza, un ricordo d’infanzia per molti liguri dell’entroterra e un assaggio autentico di una tradizione che resiste al passare del tempo. È la prova che la grandezza della cucina spesso risiede nelle cose più semplici.

    Hai mai assaggiato i Frisciöi?

  • Riviera dei Fiori: Un Tappeto Fiorito tra il Mare e le Alpi

    Riviera dei Fiori: Un Tappeto Fiorito tra il Mare e le Alpi

    Quando si nomina la Liguria di Ponente, il pensiero corre immediatamente ai colori, ai profumi e alla luce vibrante della Riviera dei Fiori. Questo tratto di costa, che si estende da Capo Mele (presso Cervo) fino al confine francese, è un concentrato di bellezza dove il clima mite, il mare cristallino e le colline ricoperte di serre e oliveti creano un paesaggio unico al mondo.

    Famosa in tutto il globo per la coltivazione dei fiori (da cui prende il nome), questa zona offre molto più di una semplice vacanza balneare. È un invito a scoprire cittadine eleganti, borghi storici arroccati e una tradizione enogastronomica ricca e genuina.

    Ecco la tua guida per esplorare questo angolo di paradiso.

    Dove Siamo e Come Arrivare

    La Riviera dei Fiori si trova nell’estremo ponente ligure, in provincia di Imperia. Confina a ovest con la Costa Azzurra francese, rendendola meta ideale per un tour tra due culture.

    • In auto:
      • Da Genova: Percorrere l’autostrada A10 (E80) in direzione Ventimiglia. L’uscita “Sanremo” è il punto di accesso centrale per la riviera.
      • Da Torino: Prendere l’A6 verso Savona, poi immettersi sull’A10 in direzione Ventimiglia.
      • Da Francia: Proveniendo dalla A8 (La Provençale), uscire al casello di Ventimiglia.
    • In treno: La linea ferroviaria Genova-Ventimiglia collega tutte le località principali della Riviera dei Fiori (come Sanremo, Taggia, Imperia) ed è molto panoramica. Le stazioni sono spesso nel centro città, comodissime per chi viaggia senza auto.
    • In aereo: L’Aeroporto Internazionale di Nizza Costa Azzurra (NCE) in Francia è il più vicino, distante circa 45 minuti d’auto da Ventimiglia. In Italia, l’Aeroporto di Genova (GOA) è a circa 1 ora e 30 minuti.

    Quando Andare: Il Clima Perfetto

    Grazie al suo clima particolarmente mite, la Riviera dei Fiori è una meta quattro stagioni.

    • Primavera (Aprile-Giugno): È la stagione per eccellenza. I campi di fiori sono in piena fioritura, creando un patchwork di colori incredibile. Le temperature sono ideali per passeggiate e escursioni senza la calura estiva. È il periodo del Premio Tenco a Sanremo (aprile) e della Festa di Primavera a Ventimiglia (marzo/aprile).
    • Estate (Luglio-Agosto): Stagione balneare per antonomasia. Il clima è caldo e soleggiato, perfetto per il mare e la vita da spiaggia. I locali e le aree pedonali si animano di vita notturna. È alta stagione, quindi prenotare con anticipo è d’obbligo.
    • Autunno (Settembre-Ottobre): Il mare è ancora caldo per fare il bagno, le folle diminuiscono e le temperature sono ottimali per visitare l’entroterra e godersi i prodotti autunnali come funghi e castagne. Il periodo della vendemmia regala atmosfere speciali.
    • Inverno (Novembre-Marzo): Molto mite rispetto al resto d’Italia. È il momento perfetto per chi cerca tranquillità, passeggiate in riva al mare e per godersi le feste natalizie.

    Le Località Principali: Eleganza e Borghi

    1. Sanremo: La Città dei Fiori e del Festival
      Il cuore pulsante della riviera. Sanremo unisce il glamour del Casinò e del Festival della Canzone Italiana al fascino del centro storico della Pigna e alla tranquillità del Porto Vecchio. Imperdibile una passeggiata sul lungomare Matteotti e una funivia su Monte Bignone per panorami mozzafiato.
    2. Imperia: La Città Doppia
      Formata dall’unione di Porto Maurizio e Oneglia, offre due anime diverse. Porto Maurizio affascina con il suo borgo medievale arroccato e il maestoso Santuario di Montegrazie. Oneglia è la patria dell’olio: da non perdere il Museo dell’Olivo della famiglia Carli.
    3. Taggia: Il Gioiello Medievale
      Il suo centro storico è uno dei meglio conservati della Liguria, con portici, chiese e palazzi antichi. È la porta di accesso per la splendida Valle Argentina e per i borghi di Triora (il paese delle streghe) e Badalucco.
    4. Bordighera: La Giardino d’Europa
      Elegante e raffinata, con un celebre lungomare, un centro storico (Bordighera Alta) e i magnifici Giardini Winterberry e Giardini Esotici Pallanca. È anche un paradiso per gli amanti del golf.
    5. Ventimiglia: La Città di Confine
      Oltre al bel centro medievale (Ventimiglia Alta), offre il famosissimo Mercato del Venerdì e importanti siti archeologici come Area Archeologica di Albintimilium e i Giardini Botanici Hanbury.
    6. San Bartolomeo al Mare, Cervo e Diano Marina: Località balneari familiari con spiagge sabbiose e centri storici deliziosi, come quello di Cervo, arroccato su un promontorio.

    Cosa Gustare: Sapori di Ponente

    La cucina della Riviera dei Fiori è un trionfo di sapori mediterranei e di montagna.

    • Il Pesto (con l’olio giusto): Qui il pesto si fa con il basilico DOP di Prà e l’olio extravergine di oliva Taggiasca DOP, dolce e fruttato.
    • La Sardenaira: La pizza all’Andrea sanremese, condita con acciughe, olive Taggiasche e origano.
    • I Barbagiuai: Deliziosi fagottini fritti ripieni di zucca o bietole, tipici dell’entroterra.
    • La Fugassa: La focaccia ligure, qui spesso arricchita con cipolle o formaggio.
    • Il Pesce: Frisciù di mare (frittelle di bianchetti), acciughe ripiene e stoccafisso alla sanremasca.
    • I Vini: Non perdere il Rossese di Dolceacqua (un rosso leggero e fruttato) e il Vermentino.
    • I Dolci: La Torta Sanremo (con nocciole e cioccolato) e i Baci di Sanremo (con cioccolato e nocciole).

    La Riviera dei Fiori è un luogo che stupisce in ogni stagione, unendo l’eleganza della Costa Azzurra al calore e all’autenticità della Liguria. È la meta perfetta per chi vuole unire relax, cultura, natura e buona tavola.

    Quale di queste località ti incuriosisce di più?

  • Autunno in Liguria: Scopri il Fascino Silenzioso della Riviera tra Borghi, Boschi e Sapori

    Autunno in Liguria: Scopri il Fascino Silenzioso della Riviera tra Borghi, Boschi e Sapori

    L’estate sta lentamente cedendo il passo. Le spiagge affollate ritrovano il loro respiro, il sole diventa più tiepido e i colori della macchia mediterranea si infiammano di rosso, arancione e oro. Questo è il momento in cui la Liguria svela la sua anima più autentica e segreta. Se pensi che la Riviera sia solo una meta estiva, preparati a ricrederti: l’autunno è la stagione perfetta per scoprirla.

    Ecco la tua guida per vivere appieno una Liguria d’autunno, lontano dalla folla e ricca di magia.

    1. Trekking e Camminate tra i Coloriti Boschi dell’Entroterra

    Mentre il mare è ancora troppo freddo per un bagno, le colline e le montagne alle spalle della costa diventano le protagoniste. I sentieri si trasformano in un caleidoscopio di colori.

    • Parco Nazionale delle Cinque Terre: Con l’estate finita, il Sentiero Azzurro e i percorsi alti (come quello da Vernazza a Corniglia) diventano molto più godibili. La luce dorata del sole autunnale regala scorci mozzafiato su terrazzamenti dove ancora maturano gli ultimi grappoli d’uva e gli uliveti argentati.
    • Parco del Beigua: Patrimonio UNESCO, è uno dei migliori luoghi in Italia per il leaf peeping (l’osservazione del fogliame autunnale). Percorri l’Alta Via dei Monti Liguri e perdi lo sguardo tra faggete e brughiere che sembrano dipinte.
    • Escursione al Monte di Portofino: Il promontorio che divide il Golfo Paradiso dal Tigullio offre percorsi ombreggiati e panorami da sogno. Una camminata fino al Faro di Portofino o a San Fruttuoso, raggiungibile solo a piedi o via mare, è un’esperienza rigenerante.

    2. La Vendemmia e il Trionfo del Vino nelle Vigne Eroiche

    L’autunno è la stagione del raccolto. In Liguria, dove i vigneti sono terrazzati su pendii a picco sul mare (le famose “vigne eroiche”), la vendemmia è uno spettacolo di fatica e passione.

    • Visita una Cantina: Nelle Cinque Terre potrai assaggiare lo Sciacchetrà, un passito prezioso e intenso, perfetto per le serate fresche. Nell’entroterra di Imperia e Albenga, scopri i vini rossi della Riviera Ligure di Ponente, come il Rossese di Dolceacqua.
    • Sagre e Festività: Paesi e borghi si animano di sagre dedicate. Cerca la “Festa dell’Uva” a Dolceacqua o le numerose feste del vino nei piccoli paesi dell’entroterra genovese. È l’occasione perfetta per assaggiare vini locali accompagnati da piatti della tradizione.

    3. Sapori d’Autunno: un Viaggio nel Gusto

    La cucina ligure autunnale è un abbraccio caldo e saporito. Dimentica il pesto per un attimo (anche se va sempre bene!) e scopri questi piatti della stagione:

    • Funghi: I boschi dell’Appennino Ligure sono ricchissimi di porcini, gallinacci e finferli. Assaggiali in un risotto cremoso, trifolati come contorno o come condimento per i mitici troffiette.
    • Castagne: La valle di Fascia di Pieve (GE) o l’alta valle Stura sono i luoghi ideali. Le sagre delle castagne (come la famosa “Castagnata” di Calizzano) sono un must. Non perdere le castagne arrosto, i bastardi (frittelle di castagne) o la prelibata torta di castagne.
    • Olive e Olio Nuovo: Tra fine ottobre e novembre inizia la raccolta delle olive. È il periodo migliore per assaggiare l’olio extravergine d’oliva appena franto, un nettare verde e fruttato, soprattutto quello della varietà Taggiasca in Ponente.

    4. Borghi in Silenzio: Scoprire l’Autenticità

    Senza la ressa estiva, i borghi più belli della Liguria ritrovano la loro pace. Passeggiare per i caruggi di Genova, esplorare NoliFinalborgo o Triora (il paese delle streghe) diventa un’esperienza intima e suggestiva. Goditi un caffè in una piazza soleggiata ascoltando solo i rumori del paese che vive.

    5. Un Mare Diverso: Whale Watching e Passeggiate in Spiaggia

    Il mare autunnale ha un suo fascino malinconico. Le spiagge sono ideali per lunghe passeggiate con il cane o per leggere un libro ascoltando il suono delle onde. Ma c’è di più: l’autunno è la stagione migliore per il whale watching.
    Dal porto di Imperia o Genova, partono escursioni per avvistare i cetacei del Santuario dei Mammiferi Marini. Balene, capodogli e delfini sono avvistabili con alta probabilità in questo periodo.

    6. Cogliere l’Occasione: Vacanze Low-Cost e Atmosfera Romantica

    Con la bassa stagione, i prezzi di hotel e B&B calano notevolmente. È il momento perfetto per regalarsi un weekend romantico in una casa di campagna nell’entroterra o per un soggiorno in un hotel con vista mare a Portofino o Camogli senza spendere una fortuna.

    Il consiglio in più: L’autunno in Liguria è mite, ma il tempo può essere capriccioso. Nella valigia non devono mancare scarpe comode per camminare, un impermeabile per gli acquazzoni improvvisi e una felpa per le serate fresche. E, soprattutto, vieni pronto a concederti dei momenti di lentezza.

    Liguria d’autunno: non è una seconda scelta, è una prima scelta intelligente.

    Hai già in mente il tuo prossimo weekend autunnale in Liguria?

  • I Cavalli Marci: la leggendaria fucina di comicità genovese che ha rivoluzionato il cabaret italiano

    I Cavalli Marci: la leggendaria fucina di comicità genovese che ha rivoluzionato il cabaret italiano

    Genova, fabbrica di risate

    Nella Genova degli anni ’90, mentre la città viveva la sua trasformazione da capitale industriale a centro culturale, nei locali del centro prendeva forma una delle più vivaci scene cabarettistiche d’Italia. Tra i caffè teatro che hanno scritto la storia dello spettacolo italiano spicca il mitico Nessundorma Cafè, dove il 30 gennaio 1996 debuttava un gruppo destinato a lasciare il segno: I Cavalli Marci.

    Le origini: da gioco di strada a fenomeno nazionale

    Il nome del gruppo arriva da un antico gioco popolare genovese in cui i bambini si lanciavano in sequenza sulla schiena dei compagni fino a far crollare la “catena umana”. Quei “cavalli marci” che non reggevano il peso diventano metafora perfetta per una comicità che sapeva giocare con gli equilibri, le cadute e le fragilità umane.

    Fondato da Claudio “Rufus” Nocera (genio comico prematuramente scomparso nel 2004) e dal musicista Fabrizio Lamberti, il gruppo nasce con una formula rivoluzionaria: spettacoli sempre diversi, improvvisazioni fulminanti e una carica travolgente che li porterà a totalizzare oltre 70 ore di materiale originale.

    Il mito di Ciro e la conquista della TV

    Il salto nazionale arriva con “Ciro, il figlio di Target” (1997), programma cult scritto dallo stesso Nocera con Lamberti e Alessandra Torre. Con la conduzione di Gaia De Laurentiis, lo show diventò palestra per i talenti del gruppo e lanciò definitivamente:

    • Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu (poi diventati Luca e Paolo)
    • Michelangelo Pulci (futura star di Colorado)
    • Alessandro Bianchi e Fabrizio Casalino (altri volti storici di Colorado)

    La loro comicità surrealista e irriverente conquistò anche la Rai, dove diventarono la “colonna sonora vivente” di Serenate con Fabio Fazio (1998) e protagonisti di special come Cavalli Marci Show (1999).

    Record e rivoluzioni comiche

    I Cavalli Marci sono entrati nel Guinness dei Primati nel 1997 con uno spettacolo di 24 ore consecutive, dimostrando una resistenza fisica e creativa senza precedenti. Ma il loro vero record è stato creare una scuola comica i cui allievi hanno dominato la TV italiana:

    1. Luca e Paolo (Camera Café, Le Iene)
    2. Michelangelo Pulci (Colorado, Zelig)
    3. Andrea Di Marco (Mai dire…)
    4. Fabrizio Casalino (Colorado, Made in Sud)

    La scomparsa di Rufus e le reunion

    La morte improvvisa di Claudio Nocera nel 2004 segnò la fine dell’avventura, ma non la scomparsa del mito. Le reunion del 2014 al Politeama Genovese e quella del 2025 hanno dimostrato quanto il pubblico continui a cercare la loro energia travolgente.

    E una nuova reunion, ai vent’anni dalla scomparsa di Nocera è prevista ad Ottobre 2025 al Politeama di Genova, con la squadra quasi al completo per rievocare il mitico “Pessimismo e Fastidio

    L’eredità: la Genova che ride e i Pirati dei Carrugi

    Oggi che il Nessundorma non c’è più (chiuso nel 2012), i Cavalli Marci restano simbolo di un’epoca d’oro per la comicità genovese, insieme ai Broncoviz (da cui venne fuori Maurizio Crozza). La loro lezione? Che si può essere popolari senza essere banali, surrealisti senza perdere contatto col pubblico, e soprattutto… che dalla provincia può nascere l’innovazione.

    Una parte della composizione originale del gruppo comico (Enrique Balbontin, Alessandro Bianchi, Fabrizio Casalino e Andrea Ceccon) ha dato vita ai Pirati dei Carrugi, un divertentissimo gruppo comico ancora in attività.

    “Era come assistere a un incidente stradale dove invece di sangue uscivano battute” (Paolo Kessisoglu sugli esordi)

  • Acciughe di Monterosso: il tesoro salato delle Cinque Terre

    Acciughe di Monterosso: il tesoro salato delle Cinque Terre

    Le acciughe di Monterosso sono uno dei prodotti più pregiati della Liguria, un vero e proprio Presidio Slow Food che racchiude secoli di tradizione marinara. Piccole, saporite e lavorate con metodi antichi, queste acciughe sono un’eccellenza gastronomica da scoprire.


    Cosa sono le Acciughe di Monterosso?

    Le acciughe di Monterosso (“ansjöe” in dialetto ligure) sono acciughe del Mar Ligure (Engraulis encrasicolus), pescate tra aprile e settembre e lavorate artigianalmente secondo tecniche tradizionali.

    Le particolarità che le rendono uniche:

    ✔ Pesca sostenibile: Solo con reti a circuizione, per non danneggiare l’ecosistema marino.
    ✔ Lavorazione a mano: Salate e stagionate in barili di legno, come si faceva un tempo.
    ✔ Sapore equilibrato: Meno salate delle comuni acciughe, con una note dolce e una consistenza morbida.


    Dove trovarle?

    📍 Monterosso al Mare (Cinque Terre) – Qui si trovano le antiche saline e i produttori storici.
    📍 Caseifici e pescherie della Liguria – A Genova, La Spezia e Savona.
    📍 Fiere gastronomiche 

    Consiglio: Cercate l’etichetta del Presidio Slow Food per essere sicuri della qualità!


    Quando e come mangiarle?

    Miglior periodo

    • Maggio-settembre: Fresche, marinate o sotto sale.
    • Tutto l’anno: In barattolo (salamoia o sott’olio).

    Come gustarle?

    1. Al naturale: Squisite su pane burro e acciuga (tipico antipasto ligure).
    2. Marinate al limone: Con olio, prezzemolo e aglio.
    3. Fritte: Croccanti e servite con spicchi di limone.
    4. In pasta: Per condire spaghetti o trenette.

    Con cosa abbinarle?

    • 🍷 Vino: Un Vermentino o un Cinque Terre DOC.
    • 🍞 Pane: Focaccia ligure o pane di Altamura.
    • 🧀 FormaggiPecorino fresco o Toma ligure.
    • 🍋 Altri sapori: Olive taggiasche, capperi di Pantelleria.

    3 Ricette per Assaporarle al Meglio

    1. Acciughe marinate al limone

    Ingredienti:

    • 10 acciughe fresche pulite
    • Succo di 2 limoni
    • Olio EVO, aglio, prezzemolo

    Preparazione:

    1. Disponete le acciughe in una ciotola con il limone.
    2. Aggiungete aglio e prezzemolo tritati.
    3. Coprite con olio e lasciate marinare 2 ore.

    2. Pasta con acciughe e mollica croccante

    Ingredienti:

    • Spaghetti
    • Acciughe sotto sale dissalate
    • Pangrattato, pinoli, uvetta

    Preparazione:

    1. Rosolate le acciughe in olio con aglio.
    2. A parte, tostate pangrattato, pinoli e uvetta.
    3. Saltate la pasta nel sughetto e completate con la mollica croccante.

    3. Acciughe ripiene (Bagnun)

    Ingredienti:

    • Acciughe aperte a libro
    • Pangrattato, pinoli, prezzemolo

    Preparazione:

    1. Mescolate il ripieno con olio e aromi.
    2. Farcite le acciughe e cuocetele in forno a 180°C per 10 minuti.

    Curiosità

    ✔ A Monterosso esiste ancora la “Confréia de l’ansjöa”, associazione di pescatori che tutela la tradizione.
    ✔ Le acciughe erano chiamate “il pan dei poveri” per il loro alto valore nutritivo.
    ✔ Una volta, le donne liguri le usavano per insaporire i piatti al posto del sale.


    Conclusione

    Le acciughe di Monterosso non sono solo un ingrediente, ma un pezzo di storia ligure. Che siano marinate, fritte o in pasta, regalano un sapore unico che racconta il mare, il sole e la sapienza dei pescatori delle Cinque Terre.

    Le hai mai provate?